Roma, 18 lug. – “Se Aldo Moro avesse avuto degli amici o se i morotei fossero davvero esistiti, mio nonno sarebbe vivo”. Così Luca Moro, nipote del leader Dc, in una lettera aperta al Presidente Mattarella ribadisce il proprio appello allo Stato per la mancata applicazione della legge in favore delle vittime del terrorismo. “La risposta del Presidente della Repubblica a questo appello non è dovuta a me ma ad Aldo Moro”.
Al signor Presidente della Repubblica On. Sergio Mattarella
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Signor Presidente,
data la Sua mancata risposta al mio appello dello scorso 9 maggio, devo ritenere che non ne abbia avuto notizia. Ipotizzare il contrario sarebbe drammaticamente grave ed impensabile visto l’argomento e ciò che rappresenta. Se a ricoprire il Suo ruolo istituzionale – al quale mi rivolgo – ci fosse stato ad esempio il Senatore Giulio Andreotti, sono certo che avrebbe fatto in modo che il Parlamento applicasse la legge in favore delle vittime del terrorismo anche per Aldo Moro: cosa giusta e doverosa.
Non ci sarebbe bisogno di chiedere, ma ove ci fosse stata una richiesta tempestivamente avrebbe risposto, avendo già valutato con attenzione la differenza tra un amico, un avversario, un fatto etico prima che giuridico e i doveri di una carica istituzionale.
Il nuovo Governo, definito del cambiamento, si potrebbe davvero distinguere con un gesto di giustizia e verità applicando questa legge per mio nonno anche nell’eventuale ipotesi astratta, assurda e irreale che non gli spetti.
Se i morotei fossero davvero esistiti Aldo Moro sarebbe vivo! Invece è morto solo e abbandonato.
Se il Suo intento reale, signor Presidente, è di far uscire Moro dalla prigione, come ha dichiarato il 9 maggio ultimo scorso, potrebbe far applicare questa legge per lui perché ne ha facoltà, essendo il tutore dell’osservanza e garante della Costituzione cosa che lei, giustamente, tiene a sottolineare.
Una legge che non è valida per tutti non è legittima ed è la stessa Costituzione a prevederla. Noi non siamo interessati a giustizia terrena e non chiediamo nemmeno la verità giuridica, ma pretendiamo – questo sì – pari dignità per Aldo Moro quindi che sia considerato vittima a tutti gli effetti e ciò gli venga riconosciuto ufficialmente e giuridicamente dallo Stato, in apparenza immeritevole, per il quale ha sacrificato la propria vita.
Stato immemore perfino del debito di sangue che peserà per sempre, se non affrancato dalla VERITA’ (ideale cosmico – inscindibile – assoluto nel pensiero di Aldo Moro), sulla coscienza collettiva privandoci del futuro e tutto sarà irrimediabilmente perduto.
La risposta a questo mio appello la si deve a mio nonno, che ha compiuto un sacrificio estremo per il Paese.
L’Italia deve tantissimo ad Aldo Moro e sarebbe forse il caso e il momento che lo Stato si assumesse la propria responsabilità – almeno – etica.
Roma, 18 luglio 2018
Luca Moro