Roma, 8 mag. – “Questo è l’ennesimo 9 maggio, data che rappresenta la fine di tutto per me e mio figlio Luca. Per questo voglio sottolineare ciò che da sempre rovina la mia esistenza, in particolare, l’attività dei vari cineasti che in questi anni hanno fatto opere, che loro credono artistiche, sulla terribile morte di mio padre. Escludendo Renzo Martinelli, l’unico che ha riservato a noi e mio padre, il rispetto che si deve ad ogni individuo, tutti gli altri hanno trattato il Caso Moro come se non riguardi i Moro. A Bellocchio, che sta preparando uno sceneggiato in 6 puntate, non pago del film che ci ha dato dolore sconfinato, voglio dire che Luca Moro ed io non gli diamo il consenso ad utilizzare le nostre persone, le nostre vite private, per narrare le vicende familiari della nostra famiglia. Chi non ha conosciuto la nostra casa e Aldo Moro, dovrebbe avere il buon senso di non inventarsi il racconto di un personaggio storico. Chiunque abbia intenzione di farlo non avrà il nostro benestare, anzi, a questa condotta seguiranno delle conseguenze legali. “.
È quanto dichiarato da Maria Fida Moro, figlia primogenita di Aldo Moro, nel video pubblicato su salviamoaldomoro.it, che continua commentando l’arresto di sette ex terroristi italiani rifugiati in Francia su richiesta dell’Italia: “I brigatisti io li ho perdonati perché così mi è stato insegnato dai miei genitori, ma questo non vuol dire che debba accettare questa continua telenovela della loro vita, sponsorizzata da chi li protegge. Quando una persona fa un atto così terribile come uccidere, deve essere perdonato, però non lo si può trattare come un eroe nazionale”.
È quanto dichiarato da Maria Fida Moro, figlia primogenita di Aldo Moro, nel video pubblicato su salviamoaldomoro.it, che continua commentando l’arresto di sette ex terroristi italiani rifugiati in Francia su richiesta dell’Italia: “I brigatisti io li ho perdonati perché così mi è stato insegnato dai miei genitori, ma questo non vuol dire che debba accettare questa continua telenovela della loro vita, sponsorizzata da chi li protegge. Quando una persona fa un atto così terribile come uccidere, deve essere perdonato, però non lo si può trattare come un eroe nazionale”.