La settimana scorsa, dall’undicesimo piano del Gemelli, io ho scritto con lettere virtuali il mio comunicato stampa per il 16 marzo sulla parete e adesso, mentre le riporto a penna sulla carta, penso ai 45 anni trascorsi dal 78. Il 16 marzo viene trucidata la scorta ed Aldo Moro rapito: l’inizio della fine. Quasi mezzo secolo di dolore amaro quanto inutile causato dal fatto in sé e dalla “trasandatezza” delle Istituzioni democratiche. È sempre colpa delle vittime, si sa! Al diavolo tutto e tutti. C’è però una cosa importante da dire. Onore alla scorta: vanno benissimo le corone di fiori e gli applausi. Quei militari erano carissime persone e sono morte per non lasciare solo papà. Ma gentilmente lasciate stare mio padre che è in un giardino meraviglioso, intessuto dalle roselline selvatiche che gli piacevano tanto e non è mai stato interessato agli applausi. È comunque opportuno ricordare che gli applausi, raggranellati in suo nome anche solo citandolo, sono indebiti. Perché sono indirizzati a lui non certo a voi.
Ogni volta che, dalla sua morte, ho chiesto udienza ad un Presidente del Consiglio in carica l’ho avuta, tranne con Giuseppe Conte – e non mi meraviglia per niente – e Giorgia Meloni alla quale chiedevo una telefonata di 29 secondi e mi sono sia meravigliata, sia addolorata per un nano secondo soltanto perché non posso certo sprecare dolore. Nei 29 secondi, ove mi fossero stati concessi, avrei chiesto quanto segue. Aldo Moro non è morto per caso – acclarato dalle Commissioni Parlamentari d’inchiesta – è stato volutamente e scientemente ucciso. Ed è cosa surreale ed indegna da parte della Camera dei Deputati di non dare proprio a lui lo status di vittima. Delle due l’una o la Camera dei Deputati si decide finalmente, applicando la legge 206 del 2004, a riconoscere persino Aldo Moro come vittima del terrorismo oppure lo Stato cambi la data della ricorrenza, in memoria delle vittime, dal 9 maggio 78, giorno dell’uccisione di Aldo Moro e la sposti in una data riferita a qualcuno che lo Stato ha fatto l’immane fatica di riconoscere vittima del terrorismo a norme di Legge.
Questo è quanto ed è tutto. Non meravigliamoci se i bambini neonati vengono lasciati soli a morire in una culla di sabbia, ninnati dallo sciabordio delle onde. Vergogna, vergogna, vergogna. Non è questione di maggioranza o di opposizione, di destra, sinistra o centro è solo questione di umanità. Preferiamo restare in un mondo disumano in cui parlino solo le armi?! Se tra altri 45 anni ci sarà ancora l’umanità e non sarà stata distrutta dal fungo atomico, sarete giudicati dai figli dei figli dei nostri figli e sarà un giudizio impietoso e durissimo. Noi siamo UNO e, ci piaccia o meno siamo, strettamente collegati tra noi e con il tutto. Ogni questione morale ci riguarda da vicino anche se non ne abbiamo la diretta responsabilità e non possiamo proprio fare finta di niente. Infatti non si può essere e non essere contemporaneamente dalla parte della VERITA’ e dell’AMORE.
Maria Fida Moro