“In questo tragico giorno in cui si celebra l’anniversario del sacrificio estremo degli agenti della scorta di mio nonno Aldo Moro – il cui rapimento e il successivo omicidio rappresentano, a mio avviso, la ‘morte politica’ di questo Paese e purtroppo, in maniera collaterale, hanno determinato irrimediabilmente la fine della mia vita – vorrei ricordare l’impegno di mia madre Maria Fida che ha dedicato, sacrificandola, la propria esistenza per tramandare la memoria della vita di suo padre Aldo Moro, tenendo vivi gli insegnamenti e la sua luminosa bontà, raccontando alle generazioni future, agli ‘uomini dell’avvenire’, la vita straordinaria di un uomo universale, portatore di un messaggio di amore e pace. Ricordo con affetto, stima e gratitudine l’associazione nazionale italiana per le vittime del terrorismo in ragione dell’impegno di mia madre. Abbraccio coloro i quali in questo giorno, come me, continuano a provare dolore e lascio riecheggiare ancora una volta le parole di Maria Fida, ‘Vivere nei cuori che restano non è morire’”.
Luca Moro